Fondi personali moderni

Carlo Bo

1. GENERALITÀ

1.1 Nome della biblioteca, istituto, ente  

Biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo per la Letteratura Europea Moderna e Contemporanea

1.2 Nome del fondo  

Carlo Bo

1.3 Notizie su possessore 

Carlo Bo nasce il 25 gennaio 1911 a Sestri Levante, figlio di Angelo Bo, notaio, uomo di tradizione liberale-mazziniana e antifascista e di Ada Sanguineti, di tradizione profondamente cattolica. Frequenta la scuola elementare a Sestri poi, a Genova, il Ginnasio e il Liceo presso l’Istituto Arecco dei Padri Gesuiti. Si appassiona alla letteratura e alla lettura grazie all’insegnamento di Camillo Sbarbaro, per breve tempo suo insegnante di greco.

Nel 1929 inizia gli studi universitari in Lettere Classiche a Firenze ma, dopo poco tempo, sceglie di dedicarsi alle letterature moderne, in particolare alla letteratura francese. Nel capoluogo toscano conosce Giovanni Papini e si unisce al gruppo della rivista “Il Frontespizio”, coordinato da Piero Bargellini, Nicola Lisi e Carlo Betocchi; dal 1930 collabora attivamente con propri scritti alla rivista. Il rapporto con gli intellettuali de “Il Frontespizio” resta stretto fino al 1938, anno in cui legge, al Convegno degli scrittori cattolici di San Miniato al Monte, il suo contributo dal titolo programmatico di Letteratura come vita, considerato un testo fondamentale della critica ermetica, poi pubblicato nel numero di settembre de “Il Frontespizio”. Scrive inoltre per le maggiori riviste culturali del tempo, come “Corrente”, “Campo di Marte” e “Letteratura”.

Nel 1934 si laurea in Lettere Moderne con Luigi Foscolo Benedetto, professore di Lingua e letteratura francese, discutendo una tesi su Joris-Karl Huysmans. Dal 1934 al 1936 segue un corso di perfezionamento all’Università Cattolica di Milano che chiude con una seconda tesi, seguita dal prof. Luigi Sorrento, su Charles Augustin de Sainte-Beuve, tesi poi pubblicata da Parenti (Firenze) nel 1938, col titolo Delle immagini giovanili di Sainte-Beuve.

Negli anni di studio a Firenze entra in amicizia con Renato Poggioli, slavista e traduttore della nuova poesia russa, con Tommaso Landolfi, Leone Traverso ed Elio Vittorini, in seguito con Oreste Macrì, Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Bonsanti ed Eugenio Montale, allora direttore del Gabinetto Letterario Vieusseux, tutti poeti o studiosi delle letterature europee moderne e contemporanee e tutti traduttori di poeti del Novecento. Durante questo periodo si dedica intensamente ai più importanti poeti italiani del primo Novecento, ad autori francesi come Proust, Rivière, Mallarmé, Gide, Bernanos, ai poeti surrealisti, in modo particolare ad Apollinaire, Aragon ed Éluard, ad autori spagnoli come Miguel de Unamuno, Federico García Lorca, Juan Ramón Jiménez, Antonio Machado, ma anche ad alcuni autori inglesi, come Virginia Woolf, Katherine Mansfield, James Joyce e ad autori tedeschi; sarà uno dei primi critici italiani ad occuparsi di Franz Kafka.

Nel 1938 inizia l’attività di insegnamento: l’Università di Urbino gli conferisce gli incarichi di Lingua e letteratura francese e di Lingua e letteratura spagnola per il Corso di laurea in Materie letterarie dell’appena fondata Facoltà di Magistero. Nel 1939 vince il concorso per la cattedra di Lingua e letteratura francese bandito dall’Istituto Orientale di Napoli; nel 1941/42, all’Università di Urbino, viene nominato professore straordinario di Lingua e letteratura francese e nel 1944/45 diventa professore ordinario; non lascia l’incarico di Lingua e letteratura spagnola, manterrà sempre i due insegnamenti fino al 1981, anno in cui uscirà di ruolo.

Nel 1941 conosce la scrittrice e giornalista Marise Ferro, ufficialmente ancora sposata con lo scrittore Guido Piovene, dal quale si è però separata. Dal 1942 Carlo Bo e Marise Ferro vivono insieme a Milano, ma durante gli anni della seconda guerra mondiale, per sfuggire ai bombardamenti, si spostano prima a Sestri Levante, poi a Rivanazzano e, infine, a Valbrona, vicino al Lago di Como. Nel 1944 tornano a Milano, potranno sposarsi solo nel 1961.

Nel 1944, dopo gli anni difficili della guerra che aveva coinvolto anche il territorio urbinate, Carlo Bo può tornare all’Università di Urbino e riprendere la sua attività di professore di Letteratura francese e di Letteratura spagnola. Nel 1947 viene eletto Rettore. E’ rieletto senza interruzione e confermato fino all’anno della sua morte, nel 2001. È molto attivo come rettore, punta sempre sulla collaborazione con colleghi e persone competenti e di fiducia e fa di tutto per trasformare l’Università di Urbino da una piccola università di passaggio ad un’università di presenza e di permanenza, e la città di Urbino in un luogo di studio, di discussione, di ricerca. Già nell’anno 1946/47, infatti, viene attivato il Corso di laurea in Lingue e letterature straniere. Nel 1956 è istituita la Facoltà di Lettere e Filosofia, nel 1959 la Facoltà di Economia e Commercio (dislocata ad Ancona, poi trasferita a Urbino quando, nel 1982, il capoluogo marchigiano inaugura una propria Università) e, nel 1971, la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Alla fine del 1965 viene aperto, con l’impegno dell’architetto Giancarlo De Carlo, un complesso di quattro collegi universitari per gli studenti e, negli anni seguenti, alcuni palazzi urbinati restaurati da De Carlo saranno destinati a funzioni universitarie. Seguono, nel 1991, l’istituzione della Facoltà di Sociologia e della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, infine, nel 1992, della Facoltà di Scienze Ambientali e della Facoltà di Scienze Politiche; inoltre, l’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ISEF), fondato nel 1963, viene convertito in Facoltà di Scienze Motorie. Attraverso la politica universitaria di Carlo Bo, Urbino vede crescere la sua piccola università da sole tre facoltà e 3000 studenti a undici facoltà e 22.000 studenti, con rinomati istituti di ricerca, come il Centro Internazionale di Semiotica e di Linguistica, il Centro Internazionale di Studi sulla Cultura Greca, il Centro per la Storia del Modernismo e l’Istituto di Scienze Religiose.

Molteplici sono anche gli impegni che Bo porta avanti al di fuori di Urbino. Dal 1961/62 e fino alla chiusura del Corso di laurea in Lingue e letterature straniere nel 1972, è incaricato dell’insegnamento di Lingua e letteratura francese all’Università Bocconi di Milano. Fonda, insieme al Professor Silvio Baridon, la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Milano dalla quale ha origine il Libero Istituto Universitario di Lingue Moderne, convertito, nel 1998, in Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM), con sedi a Milano e Feltre. Non interrompe la sua attività di critico letterario per diverse riviste culturali e per numerosi giornali, in particolare per “La Stampa” e, in seguito, per il “Corriere della Sera” e per settimanali come “La Fiera Letteraria”, “L’Europeo”, “Il Sabato” e “Gente”. Delle molte onorificenze che Carlo Bo ha ricevuto si possono ricordare la Cittadinanza onoraria della Città di Urbino nel 1956, la nomina a “Senatore a vita” da parte del Presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1984, la laurea ad honorem in Lingue e letterature straniere dell’Università di Verona nel 1996. L’Università di Urbino nel 1997 gli dedica, alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, una cerimonia di festeggiamento per il 50° anniversario della sua elezione a rettore. Nel 2001 la Città di Genova gli conferisce la cittadinanza onoraria e la Città di Sestri Levante lo festeggia solennemente per il suo novantesimo compleanno.

Nonostante gli impegni di docente e di rettore, Carlo Bo non abbandona mai la letteratura e la critica letteraria. Anche negli anni in cui predomina la vita pratica, la letteratura, intesa nel senso radicale pronunciato nella sua prolusione del 1938, Letteratura come vita, rimane come meta, forse utopica, comunque come fondamento di tutto il suo lavoro culturale. Continua a scrivere come critico militante, a scandagliare negli autori contemporanei delle letterature europee il nucleo di verità, a discutere su letteratura e fede cristiana, ma spesso interviene anche su problemi urgenti della vita sociale italiana, come il divorzio, l’aborto, i diritti umani, la sofferenza dei deboli e la violenza dei prepotenti. Ne è testimonianza una lunga serie di pubblicazioni, oggi in maggioranza introvabili, che si possono tuttavia in parte rintracciare nel volume Letteratura come vita in cui Sergio Pautasso, nel 1994, ha cercato di riassumere e di presentare le parti più importanti della lunga serie di saggi, articoli ed interventi di Carlo Bo.

Il 21 luglio 2001, pochi mesi dopo il suo novantesimo compleanno, Carlo Bo muore a Genova a causa di un incidente avvenuto nella sua casa di Sestri Levante. Viene sepolto nella cappella della famiglia Bo, nel cimitero di Sestri Levante.

Il volume Carlo Bo. Bibliografia degli scritti (1929-2001). Bibliografia degli scritti su Carlo Bo (1932-2015), uscito nel 2015 a cura di Marta Bruscia e Ursula Vogt, con la collaborazione di Laura Toppan, contiene, come scrive Stefano Verdino nell’introduzione, «una prima e fondamentale mappatura della vasta e varia carriera» di Carlo Bo.

(biografia a cura di Ursula Vogt)


OPERE PRINCIPALI DI CARLO BO

1935

Jacques Rivière. Morcelliana, Brescia.

1938

Delle immagini giovanili di Sainte-Beuve. Fratelli Parenti, Firenze.

1939

Otto Studi. Vallecchi, Firenze (fra altri saggi su D’Annunzio, Boine, Jahier, Serra, Campana, Sbarbaro, Ungaretti, Montale, Quasimodo).

1940

Federico García Lorca: Poesie. Traduzione di Carlo Bo. Guanda, Parma.

1940

Saggi di letteratura francese. Morcelliana, Brescia.

1941

Lirici del Cinquecento. Garzanti, Milano.

1941

Lirici spagnoli. Tradotti da Carlo Bo. Edizioni di Corrente, Milano.

1941

Narratori spagnoli. Raccolta di romanzi e racconti. Dalle origini ai nostri giorni. A cura di Carlo Bo. Bompiani, Milano.

1941

La poesia con Juan Ramón. Edizioni di Rivoluzione, Milano.

1942

Della lettura. CEDAM, Padova.

1943

Bontempelli. CEDAM, Padova.

1944

Bilancio del Surrealismo. CEDAM, Padova.

1944

Antologia del Surrealismo. Edizioni di Uomo, Milano.

1945

Diario (aperto e chiuso): 1932-1944. Edizioni di Uomo, Milano.

1945

In margine a un vecchio libro. Bompiani, Milano.

1945

L’assenza, la poesia. Edizioni di Uomo, Milano.

1945

Mallarmé. Rosa e Ballo Editori, Milano.

1946

Nuovi studi. Prima serie. Vallecchi, Firenze.

1946

Saggi per una letteratura. Con una lunga appendice. Morcelliana, Brescia.

1946

Antologia della poesia francese. Da Baudelaire a Valéry. Argalìa, Urbino.

1948

Carte spagnole. Marzocco, Firenze.

1951

Inchiesta sul neorealismo. A cura di Carlo Bo. ERI, Torino.

1952

Nuova poesia francese. Antologia. Guanda, Parma.

1953

Riflessioni critiche. Sansoni, Firenze.

1954

Antologia dei poeti negri. Traduzione italiana con testi originali a fronte. Prefazione di Carlo Bo. Parenti, Firenze.

1957

Scandalo della speranza. Vallecchi, Firenze.

1964

L’eredità di Leopardi e altri saggi. (Opere di Carlo Bo, 1) Vallecchi, Firenze.

1967

La religione di Serra. Saggi e note di lettura. (Opere di Carlo Bo, 2). Vallecchi, Firenze.

1973

Discorsi rettorali. Argalìa, Urbino.

1973

Altre riflessioni critiche. Istituto Statale d’Arte, Urbino.

1976

Aspettando il vento. Introduzione di Mario Luzi. Edizioni L’Astrogallo, Ancona.

1979

Don Mazzolari e altri preti. A cura di R. Colla e G. Mosci. La Locusta, Vicenza.

1981

Lo stile di Maritain. A cura di G. Galeazzi. La Locusta, Vicenza.

1982

Se tornasse San Francesco. A casa del Duca. Il Nuovo Leopardi 1 e 4. Urbino.

1983

Raffaello, bellezza e verità. Il Nuovo Leropardi 10. Urbino.

1984

Sulle tracce del Dio nascosto. A cura di M. Beck. Mondadori, Milano.

1985

Solitudine e carità. A cura di G. Mosci. Camunia, Brescia.

1993

Letteratura come vita. Antologia critica. A cura di S. Pautasso. Prefazione di J. Starobinski. Testimonianza di G. Vigorelli. Rizzoli, Milano. Il volume contiene una rappresentativa scelta dei saggi critici di Carlo Bo.

1998

Intorno a Serra. Saggi raccolti, annotati e presentati da V. Gueglio. Greco & Greco Editori, Milano.

2001

Città dell’anima. Scritti sulle Marche e i marchigiani 1937-2000. A cura di U. Vogt. La Banca delle Marche/il lavoro editoriale, Ancona.

1.4 Data e modi di acquisizione

Il 31 marzo 2000, con apposita deliberazione del Consiglio di Amministrazione, l'Università di Urbino accettava l'offerta di donazione della sua biblioteca, avanzata da Carlo Bo. Le principali clausole contenute nell’offerta imponevano l’obbligo di inventariare e catalogare i volumi da porre alla pubblica fruizione e di aggiornare e conservare nel modo migliore il patrimonio librario, in base alle indicazioni scientifiche della “Fondazione Carlo e Marise Bo per la letteratura europea moderna e contemporanea”, costituitasi il 3 febbraio 2000.

1.5 Storia del fondo

I libri e gli altri materiali della collezione erano ospitati in diverse abitazioni di Carlo Bo (a Milano, Sestri Levante e Urbino). La collezione è collocata, così come richiesto nell’atto di offerta di donazione della biblioteca, presso Palazzo Passionei-Paciotti, sede della Fondazione Carlo e Marise Bo.

1.6 Alimentazione del fondo

Il fondo è chiuso, ma la Fondazione Carlo e Marise Bo continua ad aggiornare il patrimonio librario della biblioteca con acquisizioni di documenti pertinenti alle aree di interesse di Carlo Bo e, in generale, alla poesia e narrativa contemporanee.

I volumi con serie inventariale BO sono quelli appartenenti al fondo, i volumi con serie inventariale ABO sono le acquisizioni successive. Le riviste riportano la serie inventariale BOS: i fascicoli che rientrano nel fondo sono quelli datati fino al 2011, anno di morte di Carlo Bo.

1.7 Indicizzazione del fondo

Il fondo è stato donato all’Università privo di documentazione. Ora il catalogo è consultabile sul Sistema bibliotecario nazionale (https://opac.sbn.it/web/opacsbn/home), sul Polo SBN Marche Nord (https://bibliomarchenord.it/SebinaOpac/.do), sul catalogo online del Sistema bibliotecario di Ateneo dell’Università degli Studi di Urbino (https://sba.uniurb.it/home-page) e, principalmente, sul catalogo online della Biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo (https://bibliomarchenord.it/SebinaOpac/.do?sysb=pb&pb=URBFB).

1.8 Accessibilità del fondo  

Il fondo è stato interamente inventariato, catalogato e reso disponibile al pubblico.


2. DESCRIZIONE

2.1 Consistenza

Il fondo è composto da oltre 100.000 unità bibliografiche, tra monografie, periodici, opuscoli ed estratti. I filoni di letteratura francese e italiana sono i più ricchi contando, rispettivamente, 20.000 e 18.000 monografie, tra opere letterarie e saggistiche, ma significativa è anche la consistenza delle altre letterature (circa 9.000 titoli), della teoria della letteratura (circa 3.000 titoli), delle scienze umane (13.000 titoli), delle arti (oltre 3.000 titoli) e delle scienze sociali (quasi 3.500 titoli). Le testate di periodici superano le 2.300 unità, di cui più della metà sono di ambito letterario. Gli estratti sono oltre 1.500, anch’essi principalmente di letteratura. Si segnala, inoltre, la presenza di un fondo antico, costituito prevalentemente da edizioni del Settecento e dell’Ottocento di scrittori e filosofi francesi, composto da circa 500 unità, tra le quali si contano anche una decina di cinquecentine e una ventina di seicentine.

2.2 Identificazione, ordinamento e collocazione

Il sistema di ordinamento della collezione è stato ideato da Giovanni Di Domenico ed è disponibile qui:

https://fondazionebo.uniurb.it/biblioteca/raccolte/griglie-di-ordinamento/

Non è stata allestita una sezione periodici: monografie e riviste sono collocate nei medesimi settori disciplinari di riferimento, anche se in sequenza distinta. I materiali sono quindi accorpati unitariamente in ragione dei loro contenuti e della prefigurazione di piste di ricerca e non per tipologie documentarie. Le raccolte sono ordinate in buona parte per aree di ricerca. Le aree sono sei e sono concepite in modo da suggerire più di un’opzione di percorso. Le prime cinque hanno un profilo interdisciplinare/multidisciplinare: consultazione generale, lingue e letterature, arti, scienze umane, scienze sociali.

Ogni area è strutturata in sezioni e sottosezioni, con livelli di articolazione disciplinare più o meno spinti, in dipendenza del grado di copertura delle raccolte e delle relative previsioni di sviluppo. La prima sezione di ogni area ospita materiali di consultazione multidisciplinare. 

Le partizioni interne alla letteratura sono ordinate per ambiti nazionali, generi, periodi e autori. Alcuni accorgimenti consentono di collocare in sequenza unica le opere di un autore e i saggi che lo riguardano.

La sesta area, denominata “FTB. Figure e temi della vita, del pensiero e dell’opera di Carlo Bo”, che raccoglie oltre 5.000 titoli, è ordinata in modo “trasversale” rispetto alle altre: vi ha trovato posto la produzione di Bo, ma anche un complesso integrato di testi e saggi, chiamato a restituire, nei limiti del possibile, la trama delle sue fonti, dei suoi interessi, delle suggestioni che ci ha trasmesso (parliamo di filoni come l’ermetismo, il surrealismo, i lirici spagnoli, il romanzo francese d’ispirazione cristiana, nonché dei testi che riflettono i temi della riflessione morale e religiosa di Carlo Bo).

Alla parte della collezione non riconducibile alle sei aree è assegnata una collocazione di deposito.

2.3 Stato di conservazione

Buono


3. BIBLIOGRAFIA E DOCUMENTAZIONE

3.1 Bibliografia e documentazione

Sul Fondo:

- Giovanni Di Domenico, “Non omnes legi sed omnes dilexi”: La biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo per la letteratura europea moderna e contemporanea, in Biblioteche d’autore, pubblico, identità, istituzioni, atti del convegno (Roma, 30 ottobre 2003), a cura di Giuliana Zagra, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2004., pp. 23-37.

- Elena Baldoni, Tra biblioteca d'autore e biblioteca di ricerca: i libri di Carlo Bo a Urbino, tesi di laurea, relatore Giovanni Di Domenico, Urbino, Università degli studi, 2012 

Su Carlo Bo:

Dal catalogo online della Biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo è possibile individuare gli scritti

finora pubblicati su Carlo Bo:

https://bibliomarchenord.it/SebinaOpac/.do?sysb=pb&idRicerca=2157&pb=URBFB


4. NOTE E SEGNALAZIONI PARTICOLARI

4.1 Note e segnalazioni particolari

DESCRIZIONE D’ESEMPLARE

La descrizione catalografica analitica praticata in Biblioteca Bo svolge una duplice funzione: da un lato intende restituire le peculiarità che fanno di ogni specifica copia un unicum bibliografico dal punto di vista archivistico, dall’altro testimonia nel dettaglio le caratteristiche editoriali di ogni esemplare. La prima di queste due funzioni si concretizza nella descrizione minuziosa dei segni di appartenenza (ex libris, ex dono, note di proprietà, firme autografe, dediche manoscritte), delle eventuali tracce di lettura (annotazioni, appunti, sottolineature, schizzi, cancellature ecc.) e nella segnalazione di eventuali inserti “personali” conservati fra le pagine (fogli di appunti, lettere, biglietti, cartoline, fotografie e quant’altro). Il trattamento relativo a questi inserti prevede due possibilità. Il materiale a stampa (cedole librarie, recensioni editoriali, schede bio-bibliografiche, ritagli di giornale ecc.) viene conservato insieme al volume a cui è allegato, inserendolo nella tasca interna che si forma grazie alla copertina di cui il libro stesso viene dotato. Lettere e altri documenti di carattere privato come cartoline, biglietti, fotografie ecc. vengono invece estratti dai volumi e destinati all’archivio della corrispondenza. La seconda funzione, di valore editoriale, comporta l’indicazione della presenza del corredo paratestuale originario: sopraccoperte, fascette editoriali, cedole librarie, recensioni editoriali, schede bio-bibliografiche, segnalibri, fogli pubblicitari e così via.


DEDICHE A CARLO BO

In circa 6.000 esemplari della collezione figurano dediche autografe a Carlo Bo, firmate da autori, editori, professori, amici e altri, per un totale di oltre 2.600 dedicatori. Le dediche, che hanno talvolta dignità di veri e propri testi letterari, offrono la possibilità di ricostruire legami significativi di un dedicatario d’eccezione con altri esponenti della cultura italiana ed europea a lui contemporanea. Per tutelare gli originali e per valorizzare queste importanti tracce documentarie, è stato realizzato un progetto di riproduzione digitale delle dediche che ha permesso, nel catalogo online della biblioteca, di allegare la scansione del testo della dedica alla scheda del volume in cui compare. Le dediche sono in tal modo tutte visualizzabili a partire dall’OPAC della biblioteca:

https://bibliomarchenord.it/SebinaOpac/.do?sysb=pb&idRicerca=2159&pb=URBFB

E’ in corso anche un progetto di digitalizzazione delle dediche sulla piattaforma Sanzio Digital Heritage. Ad arricchimento rispetto alle riproduzioni disponibili in OPAC, le dediche sono qui digitalizzate insieme alle pagine preliminari e finali dei libri stessi. Le dediche permettono di ricostruire le relazioni che Bo ha intrattenuto con le personalità che gli hanno donato il libro, le pagine paratestuali offrono invece informazioni sugli aspetti bibliografici ed editoriali della pubblicazione. https://sanzio.uniurb.it/cris/fonds/fonds02584/fondscontext.html


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NOME DEL COMPILATORE

Elena Baldoni