Biblioteca Pasquale Rotondi
Galleria Nazionale delle Marche
Indirizzo
Piazza Rinascimento, 13
61029 Urbino (PU)
Giorni e orari di apertura
Martedì - Venerdì 09:00 / 13:00
Martedì 14:30 / 17:30
Ambito disciplinare
Umanistico
Storia dell'Arte
Riferimenti
Codice ICCU: IT-PU0174
Codice ISTAT: MRPU0087
Codice SBN: URBNM
Servizi
4 posti lettura su prenotazione
Informazione
Consultazione interna
2 terminali al pubblico
Catalogo
Breve storia della Biblioteca
Quando si parla di Biblioteca della Galleria Nazionale delle Marche non si può non partire dalla Biblioteca di Federico da Montefeltro (1422- 1482) dapprima Conte ( dal 1944) poi Duca ( dal 1474) di Urbino.
La biblioteca di Federico da Montefeltro è stato un prezioso gioiello del Palazzo Ducale, non solo per la consistenza raggiunta – circa 900 codici dei quali 600 latini, 168 greci, 82 ebraici e 2 arabi –, ma anche per il pregio dei singoli volumi, impreziositi da elementi araldici feltreschi, stemmi, onorificenze, emblemi – adottati da Federico nel corso della sua vita, realizzati da copisti e miniatori tra i più raffinati dell’epoca.
Si trattava di una delle più importanti collezioni private di manoscritti miniati del Quattrocento, superando per quantità e qualità anche le raccolte contemporanee dei Medici a Firenze e degli Sforza a Pavia. Ad esempio conservava la più bella e pregiata “Divina commedia” arricchita da delicate miniature.
La Biblioteca del Duca è stata un mirabile esempio di biblioteca signorile. L’intenzione di Federico era quella di creare una raccolta libraria che ne rappresentasse l’immagine personale tanto quanto il Palazzo Ducale. Esiste, infatti, un gioco di rimandi continuo tra le decorazioni dei portali, delle finestre e dei soffitti della residenza replicati nei frontespizi dei manoscritti.
Di certo, la politica culturale è per Federico da Montefeltro un investimento importante che contribuisce a costruire l’immagine pubblica del principe guerriero e letterato, immagine che è rappresentata magnificamente nel famoso ritratto del Berruguete. Sulla tela, il Signore di Urbino che indossa un’armatura tiene in mano un grande codice, un libro rilegato in rosso e arricchito di cantonali in metallo pregiato. Questa è la rilegatura che Federico sceglie per i suoi libri preferiti, e gli autori di questi libri sono rappresentati tra gli uomini illustri dello Studiolo. La sala che ospitava la Biblioteca del Duca era collocata al piano terra con accesso dal cortile d’Onore del Palazzo, sul lato del cortile, a sinistra di chi entra nel Palazzo Ducale. Interessante è il soffitto della sala dove spicca un grande medaglione al cui centro c’è un’aquila nera in pietra, simbolo della famiglia Montefeltro, circondata da una ghirlanda di cherubini e da fiamme dorate.
Dopo la morte di Federico (1482), i Della Rovere, eredi del Ducato, continuarono ad incrementare la raccolta dei manoscritti fino a raggiungere i 1770 volumi (inventario del 25 giugno 1631), ma l’ultimo Duca Francesco Maria II la lasciò in eredità alla città di Urbino. Sotto la guida della città di Urbino, per la Biblioteca sono anni di decadenza; sporca e abbandonata, viene svenduta il 25 ottobre 1657, per soli ventimila scudi al Papa Alessandro VII Chigi per la Biblioteca Vaticana. In questa sede i volumi manoscritti sono indicati con i codici URB-GREC e URB-LAT che ricordano ai lettori della celebre biblioteca vaticana l’origine tutta urbinate della preziosa raccolta.
Bisogna comunque precisare che la città di Urbino non rinuncia ad un simile tesoro per mancanza di cultura o di senso civico ma piuttosto per povertà e decadenza della città, per i debiti del Comune impoverito della perdita dell’autonomia concessa dal Duca alla città.
Nei patti con il Papa Alessandro VII si stabiliva che un giovane urbinate dovesse lavorare nella biblioteca Vaticana a custodia del fondo urbinate. L’ultimo incarico affidato dalla Vaticana in base a questa antica clausola fu quello a Luigi Michelini Tocci, studioso di origine cagliese.
Oggi la Biblioteca è rinata ad opera di Pasquale Rotondi Soprintendente dal 1939 alle Gallerie e alle opere d’Arte delle Marche.
La biblioteca è oggi dedicata al grande Direttore che tanto fece per la salvaguardia delle opere d’arte italiane durante il periodo della seconda guerra mondiale. Pasquale Rotondi fu il primo a pensare di poter realizzare una Biblioteca aggiornata di tutti gli scritti storici artistici letterari e critici all’interno del Palazzo Ducale là dove il medesimo Duca Federico aveva destinato il centro della cultura umanistica del suo tempo.
Una Biblioteca in cui il visitatore potesse trovare il sussidio più valido alla comprensione e allo studio del Palazzo, dove poter svolgere convegni culturali e corsi di lezione d’arte (queste sono le sue testuali parole riportate in una relazione del 1940).
Oggi è una Biblioteca specializzata, costituita da circa 20.000 volumi (monografie e Riviste scientifiche) a carattere storico artistico, punto di riferimento per lo studio del Palazzo in particolare e di tutta la storia dell’arte.
Tutto il catalogo bibliografico è digitalizzato e consultabile on-line poiché , in base alla legislazione regionale e nazionale e per mezzo di apposite convenzioni, la Biblioteca aderisce alla catalogazione partecipata del Polo BibliomarcheNord (https://bibliomarchenord.it/) che è inserito nella rete del Sistema Bibliotecario Nazionale ( Opac-Sbn). https://opac.sbn.it/